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Settembre in Santa Chiara, quarto appuntamento dedicato a Giulio Esposito

Si è tenuto giovedì 1 ottobre scorso, presso il chiostro delle Clarisse, il quarto appuntamento con il ciclo di conversazioni storiche “Settembre in Santa Chiara”. L’incontro è stato dedicato alla memoria del compianto prof. Giulio Esposito, uno dei massimi esponenti della storiografia locale, ricercatore presso l’IPSAIC di Bari e professore di storia e filosofia per la locale scuola di istruzione secondaria “Leonardo Da Vinci”. In particolare, sotto la lente di ingrandimento dei relatori è stato il metodo di indagine storica utilizzato da Esposito nel trattare un tema sempre costante nella storia italiana ed internazionale: la realtà dei profughi e dei rifugiati. Ad introdurre nel vivo della manifestazione, il commosso ricordo tracciato da Giuseppe Basile, direttore della biblioteca comunale “Mons.Amatulli”: “Come molti di voi sanno quando sono chiamato a presentare o coordinare, indegnamente, gli incontri del Centro culturale ‘Giuseppe Albanese’ e in tutte le altre occasioni, preferisco parlare a braccio, perché prediligo la spontaneità e la possibilità di guardare direttamente chi mi ascolta. Anche per questa sera avevo la stessa intenzione, tanto più che il mio intervento introduttivo riguarda una persona che conoscevo e conosco bene per la fortuna e l’onore di averla avuta come amico sincero, prezioso, indimenticabile, insostituibile. 

Implicazioni personali ed emotive però, man mano che si avvicinava questo incontro, mi rendevano il compito sempre più gravoso, costringendomi a ricorrere ad alcuni appunti, in parte attinti da quanto già scritto in altre occasioni.” L’intervento di Basile ha delineato alcuni aspetti caratteristici della figura di Esposito: “Giulio era persona colta, discreta, retta, umile, non solo studiosa e laboriosa, ma anche affabile, all’occorrenza ironica, e attenta alle relazioni sociali, che coltivava con spirito veramente sincero e disinteressato. 

Questo suo modo di essere gli consentiva di avere ottimi rapporti in tutti gli ambienti e anche con gli altri storici e studiosi.” La parola è passata al direttore dell’IPSIAC di Bari, prof. Vito Antonio Leuzzi: “Oltre che una persona degna di stima, Esposito era uno storico di impareggiabile valore, autore di diverse opere. Tra i numerosi temi trattati anche le vicende dei profughi, dei rifugiati e degli esuli. Ciò che lo caratterizza è un metodo scientifico di indagine storica rigoroso e puntuale, capace di prendere atto della varietà di fonti inerenti all’argomento e di compararle proficuamente.” Le vicissitudini post belliche e la singolare condizione degli “esuli in patria”, termine da Esposito stesso coniato, presiedono alla figurazione di uno scenario funesto di disagio e sventura, che mantiene, però, oggettività storica, non sfociando in convenevoli cliché melodrammatici. “L’auspicio è che si faccia frutto in futuro dell’eredità culturale del professor Esposito e che il suo metodo di ricerca possa costituire la base per approfondimenti futuri” ha concluso Leuzzi. Di grande presa emotiva, il contributo finale di Giorgio Esposito, pittore rinomato nonché fratello di Giulio. “Credo di aver perso con Giulio, un figlio, un fratello, un padre” ha asserito Esposito, leggendo al folto pubblico in sala un racconto appassionato ed intimo della loro infanzia. La prolusione ricca di dettagli palesa sentimenti di amore e complicità fraterna, incastonati in scenari che sembrano esser stati dipinti. All’evento ha partecipato una delegazione del liceo scientifico e delle scienze umane “Da Vinci”. Tramite una missiva firmata dalla preside dell’istituto è stato manifestato il chiaro intento della scuola di tenere vivo il ricordo di Giulio, attraverso l’organizzazione di un ciclo di seminari.

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